Kandinskij.
Vasilij Kandinskij
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Diversi cerchi, 1926, olio su tela, 140,3×140,7 cm, Guggenheim Museum di New York. |
Due
sono gli avvenimenti che in questi anni daranno un contributo fondamentale alla
suo percorso iniziale: la Mostra degli impressionisti francesi a Mosca nel 1896
e la rappresentazione del
"Lohengrin" di Wagner al teatro Bol'soj. Lui stesso scriverà in "Sguardi sul
passato", la sua autobiografia: “All'interno della mia materia, l'economia
politica (allora Kandinskij era appunto ancora uno studente), mi appassionava
solo il pensiero puramente astratto, oltre al problema operaio", spiega
l'artista che poco oltre racconta "Risalgono a quel periodo due
avvenimenti che hanno impresso un marchio su tutta la mia vita. Il primo fu la
mostra dei pittori impressionisti francesi a
Mosca, e in particolare "I covoni" di Claude Monet".
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Claude Monet, Covoni (ultimi raggi del sole), 1891, collezione privata, USA. |
"Il secondo fu la rappresentazione del "Lohengrin" di Wagner al Bol'soj. A proposito di Monet, bisogna dire che prima di
allora conoscevo solo la pittura realistica, e quasi esclusivamente quella
russa .... Ed ecco, improvvisamente, vidi per la prima volta un quadro. Mi
sembrava che senza il catalogo in mano sarebbe stato impossibile capire ciò che
doveva rappresentare il dipinto. Mi turbava questo: mi pareva che nessun
artista avesse il diritto di dipingere in quel modo. Nello stesso momento
notavo con stupore che quel quadro turbava e affascinava, si fissava
indelebilmente nella memoria fino al più minuzioso dettaglio ... Non riuscivo a
capire tutto ciò ... Ma ciò che mi divenne assolutamente chiaro fu l'intensità
della tavolozza. La pittura si mostrò davanti a me in tutta la sua fantasia e
il suo incanto. Profondamente dentro di me nacque il primo dubbio
sull'importanza dell'oggetto come elemento necessario nel quadro ....”.
Osservando Covoni, intuì la possibilità di slegare la pittura dal vincolo della
rappresentazione. Il dipinto fornisce allo spettatore degli stimoli visivi,
sensoriali ed emotivi indipendenti dal soggetto raffigurato. Non conta il
significato ma la reazione suscitata. Ci induce così a riflettere sul fatto che
già nell’ Impressionismo erano presenti elementi di disgregazione della forma
che avrebbero portato all’Astrattismo: eliminato il soggetto della
rappresentazione non rimane che la forma pura.
Continua
dicendo: “Fu nel Lohengrin che sentii, attraverso la musica, l'incarnazione e
l'interpretazione suprema di questa visione ... Mi divenne perfettamente
chiaro, però, che l'arte possedeva in generale una potenza assai maggiore di
quanto pensassi, e che la pittura era capace di esprimere la medesima intensità
della musica”. Nella musica, arte astratta per eccellenza, Kandinskij ritrovava
il sogno romantico dell’opera d’arte totale, la fusione in un unico capolavoro
che contenesse in sé poesia, pittura, musica, danza. Una contaminazione dei
sensi che gli consentiva di vedere i colori ascoltando i suoni.
A
rompere definitivamente tutte le sue certezze fu la scoperta della radioattività
nel 1896. Per lui la disintegrazione dell’atomo equivaleva alla disintegrazione
di tutto il mondo.
Nel
1896 Vasilij e si trasferisce con sua moglie a Monaco, in Germania, per
intraprendere studi più approfonditi nel campo della pittura. In questa città entra
in contatto con il clima secessionista, caratterizzata da forti spinte
antiaccademiche e da un inarrestabile processo di rinnovamento dell’arte
rispetto al concetto di imitazione della natura. Sono i primi fermenti di un
rinnovamento artistico che avrebbe in seguito prodotto il fenomeno
dell'espressionismo. Kandinskij partecipa attivamente a questo clima
avanguardistico.
Nel
1901 fonda la prima associazione di artisti monacensi, cui dette il nome di
"Phalanx". La sua attività pittorica lo porta in contatto con gli
ambienti artistici europei, organizza mostre in Germania, ed espone a Parigi e
Mosca.
Le
opere da lui realizzate in questo periodo evidenziano una sintesi di
suggestioni impressioniste e tecniche postimpressioniste, come il puntinismo del
Cavaliere Azzurro del 1903.
E’
evidente l’accostamento delle opere di questo periodo a quelle di Monet.
Predilige l’accostamento di colori che si mescolano per ricreare l’impressione.
Successivamente passerà all’accostamento di colori puri, sempre influenzato
dalla pittura francese, questa volta quella dei Fauves, ma anche di Cézanne e
Gauguin. Nel 1908, dopo un breve passaggio a Berlino, la fedeltà al dato naturale
si affievolisce sempre di più, fino ad ottenere risultati di grande intensità
espressiva come le opere di Murnau.
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Il cavaliere azzurro, 1903, olio su tela, 50x60, collezione privata, Zurigo.
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Murnau – Veduta con ferrovia e castello”, 1909, olio su cartone, 36x49, Stadtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco.
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Veduta
con ferrovia è un dipinto di piccole dimensioni realizzato su cartone. Si
tratta di un paesaggio drammatizzato dalla costruzione tutta soggettiva per
macchie di colori fitte e contrastanti.
Nel
1909 fonda “l’Associazione degli artisti di Monaco”, il cui programma si basava
sull’idea che l’artista è costantemente impegnato a raccogliere esperienze in
un mondo interiore oltre a quelle provenienti dal mondo esterno.
In
questa fase la sua arte è sempre più influenzata dall'espressionismo a cui lui
fornisce contributi pittorici e critici. Ed è proprio partendo
dall'espressionismo che negli anni dopo il 1910 avviene la sua svolta verso una
pittura totalmente astratta: dipinse il suo Primo acquarello astratto.
La pittura ha per lui adesso una necessità interiore, senza vincoli spazio-temporali. La terza dimensione non è più la profondità ma lo spazio psichico. Il Primo acquarello astratto stabilisce definitivamente il predominio della visione interiore su quella ottica. La pittura è un processo creativo finalizzato alla rappresentazione del proprio stato interiore. Nell’arte di Kandinskij astrazione ed empatia coincidono.
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Primo acquerello astratto, 1910, matita, acquerello e inchiostro di china su carta, 49,6x68,8, Centre Pompidou, Parigi. |
La pittura ha per lui adesso una necessità interiore, senza vincoli spazio-temporali. La terza dimensione non è più la profondità ma lo spazio psichico. Il Primo acquarello astratto stabilisce definitivamente il predominio della visione interiore su quella ottica. La pittura è un processo creativo finalizzato alla rappresentazione del proprio stato interiore. Nell’arte di Kandinskij astrazione ed empatia coincidono.
Dopo
alcuni contrasti con la NKVM, nel 1911 fonda, insieme all'amico pittore Franz
Marc, l’Almanacco "Der Blaue Raiter" (Il Cavaliere Azzurro). Il nome,
trovato per caso mentre erano seduti a un tavolino di un caffè, si ricollega al
concetto medioevale del concetto della lotta tra il bene e il male, lo spirito
che trionfa sulla materia, l’astratto sul figurativo.
Ritroviamo
il tema del cavaliere in alcuni suoi quadri del periodo, tra cui Lirico del
1911.
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Lirico, 1911, Olio su tela, 94x130, Museo Boijmans van Beuningen, Rotterdam. |
Inizia
così il periodo più intenso e produttivo della sua vita artistica. Nel 1910
pubblica il testo fondamentale della sua concezione: "Lo spirituale
nell'arte". Qui l'artista propone un paragone fra le varie arti e rileva
nella musica una spinta fondamentale nel tentativo di andare oltre la
rappresentazione, per approdare ad una dimensione più intima e disincarnata,
quale appunto la musica è in grado di generare. Egli infatti scrive: "il
più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è
già da alcuni secoli l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni
naturali, ma per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei
suoni". A queste parole, non sarà insensibile un musicista visionario come
Scrjabin...
Queste
riflessioni convincono Kandinskij che la pittura deve essere sempre più simile
alla musica e che i colori devono sempre più assimilarsi ai suoni. Solamente
una pittura astratta, cioè non figurativa, dove le forme non hanno attinenza
con alcunché di riconoscibile, liberata dalla dipendenza con l'oggetto fisico,
può dare vita alla spiritualità. Un’opera è bella quando deriva da una
necessità psichica interiore e che determina delle sensazioni nello spettatore
attraverso l’uso “sonoro” dei colori.
I
colori hanno un suono interiore, sono “un mezzo per influenzare direttamente
l’anima. Il colore è il tasto. L’occhio
è il martelletto. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa
vibrare l’anima.
Oltre
a Wagner, fondamentale fu nella vita di Kandinskij l’amicizia con il
compositore Arnold Schonberg, con il quale condivideva l’interesse per le
dissonanze dell’arte.
La
pubblicazione dell’Almanacco fu un evento di importanza pari alle leggendarie
esposizioni del Cavaliere Azzurro, con al suo interno considerevoli contributi
tra cui un saggio di Schonberg sul rapporto tra musica e testo e il testo sui
Beni spirituali di Franz Marc. L’almanacco vantava poi di un corredo
illustrativo che spaziava dall’arte primitiva ai pittori del Blaue Reiter passando
per El Greco, Picasso e Cézanne, fino ad arrivare ai disegni di bambini e
malati psichici. Questi ultimi disegnano e dipingono con una spontaneità che
negli adulti, scompare. In loro prevale una parte istintiva e irrazionale per
cui si può intuire che cosa provano, si può percepire l’anima che attraverso i
loro lavori si rivela.
Alcune
delle opere di Kandinskij infatti (primo acquerello astratto, Dipinto con arco
nero o Emozioni), ricordano il test delle macchie di Hermann Rorschach, il
neuropsichiatra svizzero. Le macchie non suscitano sensazioni ricavate
dall’esperienza, permettendo invece una grande varietà e spontaneità nella
risposta. Anche la visione diventa un atto creativo. E’ celebre l’episodio
vissuto dallo stesso artista che rimase affascinato da un proprio dipinto di
cui non capiva il senso, per poi rendersi conto che era soltanto capovolto.
Momento cruciale in cui si rende conto che l’artista/spettatore era stato
colpito dalla forma pura.
Nel 1914, lo scoppio del primo conflitto mondiale, mise fine anche
all’avventura del Cavaliere Azzurro. Lascia la Germania e rientra in Russia,
mentre Marc morì in guerra. In pieno clima Pre rivoluzionario, nel 1916 realizza
l’opera “Mosca”, testimonianza di un periodo di grande serenità, nonostante il
difficile momento storico. Sente il profondo amore per la città natale, unito
ad un senso di fiducia verso il futuro (coppia di innamorati al centro del
dipinto circondata da un’aura magica). Questa sensazione di positività è
trasmessa anche dai colori caldi, vivaci, come il rosso e il giallo uniti
all’azzurro, colore celestiale per eccellenza.
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Mosca I, 1916, 51,5x49,5, Galleria Tret'jakov, Mosca
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La felicità del momento aumentò con l’incontro di Nina Andreevskij che sposò nel Febbraio del 1917.
Dopo
la rivoluzione del 1917, viene chiamato a ricoprire importanti cariche
pubbliche nel campo dell'arte. Crea l'Istituto per la Cultura Pittorica e fonda
l'Accademia di Scienze Artistiche. Partecipa al clima avanguardistico russo che
in quegli anni conosce importanti fermenti con la nascita del Suprematismo e
del Costruttivismo. Tuttavia, avvertita l'imminente svolta normalizzatrice, che
avrebbe di fatto tolto spazio alla ricerca delle avanguardie, nel 1921 ritorna
in Germania e non farà più ritorno in Russia. Le opere realizzate durante il
periodo russo non sono numerose, ma a volte di qualità superba, come lo
straordinario acquerello intitolato Semplice del 1916.
Semplice, 1916, 22 x 28,5, Museé
national d’Art moderne, Centre Pompidou, Parigi.
Dal
silenzio primordiale dello sfondo bianco emergono tratti decisi, energici,
accompagnati da poche macchie di colore scelte in una gamma cromatica semplice
(quasi esclusivamente primari). L’arte è ricondotta alla sua essenza grafica e
cromatica. Il tratto nero posto in diagonale, che unisce le due parti del
dipinto, crea una situazione di tensione fra poli di notevole intensità. In
quei pochi segni percepiamo “l’emozione dell’animo dell’artista… in grado di
suscitare nell’animo di colui che la guarda un’emozione corrispondente”. Quei
pochi tratti di acquerello influenzeranno movimenti come l’Informale e l’Action
Painting.
Nel
1922 l’astrattismo viene messo al bando ed egli fu considerato dalla critica
“un pessimo artigiano, ma anche “ un artista volgare e oltremodo mediocre”.
Sempre nel 1922 viene chiamato da Walter Gropius ad insegnare al Bauhaus di
Weimar. Questa scuola di arti applicate, fondata nel 1919 dall'architetto
tedesco, svolge un ruolo fondamentale nel rinnovamento artistico europeo degli
anni '20 e '30. Qui Kandinskij ha modo di svolgere la sua attività didattica
con grande libertà e serenità, stimolato da un ambiente molto ricco di presenze
qualificate. In questa scuola operarono in quegli anni i maggiori architetti,
designer ed artisti provenienti da tutta Europa. Kandinskij lega in particolare
con il pittore svizzero Paul Klee,
il pittore russo Alexej Jawlensky e il pittore e fotografo americano Lyonel
Feininger. Con essi fonda il gruppo "Die blaue Vier" (I quattro
azzurri), che idealmente si lega al precedente gruppo del Cavaliere Azzurro.
In
questa fase il suo astrattismo conosce una svolta molto decisa. Se nella prima
fase i suoi quadri si componevano di figure molto informi mischiate senza alcun
ordine geometrico, ora le sue tele assumono sistematicità e ordine attraverso
forme geometriche(una naturale influenza, questa, delle concezioni artistiche
della scuola Bauhaus). Esempio è l’opera
Composizione VIII, sfondo bianco primordiale sul quale campeggiano le figure
geometriche di base.
Sintesi
perfetta di tutte le forme e i colori elaborati dall’artista fino a questo
momento è anche “giallo, rosso, blu”.
Il
periodo trascorso al Bauhaus finisce nel 1932 quando la scuola viene chiuso dal
regime nazista. L'anno successivo Kandinskij si trasferisce in Francia. A
Parigi visse in una situazione di grande isolamento, ignorato da mercanti e
galleristi. Mostra una certa curiosità per i surrealisti, in modo particolare
per le idee di Breton, Arp e Miro’. Anno importante fu il 1937, in cui le sue
opere furono esposte in una mostra in cui era possibile osservare l’evoluzione
dell’arte dall’impressionismo all’astrattismo. L’estate dello stesso anno fu
allestita anche la famigerata “Mostra dell’arte degenerata” dove artisti come
Picasso, Klee e Kandinskij furono additati come degenerati. Fuggito ormai
troppe volte dalla guerra, non volle più lasciare la Francia, anche nei momenti
drammatici dell’occupazione nazista. Muore nella residenza di Neuilly-sur-Seine
il 13 dicembre 1944.
Di Emanuela Muccigrosso
Di Emanuela Muccigrosso
Bibliografia:
Arte del 900’- 1900/1944, S. Gallo, G. Zucconi,
Mondadori Università, 2002, Milano.
Kandisky, I classici dell’arte – Il Novecento, Rizzoli-Skira,
Corriere della Sera, 2004, Milano.
Immagini prese da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
https://commons.wikimedia.org/wiki/Main_Page
https://rozmilla.wordpress.com/2013/05/18/passeggiare-in-un-mondo-sconosciuto-cosa-vuoi-di-piu/vassilij-kandinskij-semplice-1916/
Vasilij Kandinskij, Franz Marc, Il cavaliere azzurro, ed. SE, 1988.
https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
https://commons.wikimedia.org/wiki/Main_Page
https://rozmilla.wordpress.com/2013/05/18/passeggiare-in-un-mondo-sconosciuto-cosa-vuoi-di-piu/vassilij-kandinskij-semplice-1916/
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