Kandinskij.


Vasilij Kandinskij
Diversi cerchi, 1926, olio su tela, 140,3×140,7 cm, Guggenheim Museum di New York.

 Il celebre pittore e teorico dell'arte di origine russa, è considerato il principale esponente dell'arte astratta. Nato il 16 dicembre 1866 da una agiata famiglia borghese di Mosca, dopo aver studiato in adolescenza musica e pittura, viene avviato agli studi di legge. Conseguita la laurea in Giurisprudenza, rifiuta una Cattedra universitaria per dedicarsi alla sua passione per l’arte, capace di trasportarlo “fuori dallo spazio e dal tempo”. Anche il contatto con la musica si rivelerà in seguito fondamentale per la sua evoluzione artistica come pittore.
Due sono gli avvenimenti che in questi anni daranno un contributo fondamentale alla suo percorso iniziale: la Mostra degli impressionisti francesi a Mosca nel 1896 e la rappresentazione  del "Lohengrin" di Wagner al teatro Bol'soj. Lui stesso scriverà in "Sguardi sul passato", la sua autobiografia: “All'interno della mia materia, l'economia politica (allora Kandinskij era appunto ancora uno studente), mi appassionava solo il pensiero puramente astratto, oltre al problema operaio", spiega l'artista che poco oltre racconta "Risalgono a quel periodo due avvenimenti che hanno impresso un marchio su tutta la mia vita. Il primo fu la mostra dei pittori impressionisti francesi a Mosca, e in particolare "I covoni" di Claude Monet". 

Claude Monet, Covoni (ultimi raggi del sole), 1891, collezione privata, USA.


"Il secondo fu la rappresentazione del "Lohengrin" di Wagner al Bol'soj. A proposito di Monet, bisogna dire che prima di allora conoscevo solo la pittura realistica, e quasi esclusivamente quella russa .... Ed ecco, improvvisamente, vidi per la prima volta un quadro. Mi sembrava che senza il catalogo in mano sarebbe stato impossibile capire ciò che doveva rappresentare il dipinto. Mi turbava questo: mi pareva che nessun artista avesse il diritto di dipingere in quel modo. Nello stesso momento notavo con stupore che quel quadro turbava e affascinava, si fissava indelebilmente nella memoria fino al più minuzioso dettaglio ... Non riuscivo a capire tutto ciò ... Ma ciò che mi divenne assolutamente chiaro fu l'intensità della tavolozza. La pittura si mostrò davanti a me in tutta la sua fantasia e il suo incanto. Profondamente dentro di me nacque il primo dubbio sull'importanza dell'oggetto come elemento necessario nel quadro ....”. Osservando Covoni, intuì la possibilità di slegare la pittura dal vincolo della rappresentazione. Il dipinto fornisce allo spettatore degli stimoli visivi, sensoriali ed emotivi indipendenti dal soggetto raffigurato. Non conta il significato ma la reazione suscitata. Ci induce così a riflettere sul fatto che già nell’ Impressionismo erano presenti elementi di disgregazione della forma che avrebbero portato all’Astrattismo: eliminato il soggetto della rappresentazione non rimane che la forma pura.
Continua dicendo: “Fu nel Lohengrin che sentii, attraverso la musica, l'incarnazione e l'interpretazione suprema di questa visione ... Mi divenne perfettamente chiaro, però, che l'arte possedeva in generale una potenza assai maggiore di quanto pensassi, e che la pittura era capace di esprimere la medesima intensità della musica”. Nella musica, arte astratta per eccellenza, Kandinskij ritrovava il sogno romantico dell’opera d’arte totale, la fusione in un unico capolavoro che contenesse in sé poesia, pittura, musica, danza. Una contaminazione dei sensi che gli consentiva di vedere i colori ascoltando i suoni.
A rompere definitivamente tutte le sue certezze fu la scoperta della radioattività nel 1896. Per lui la disintegrazione dell’atomo equivaleva alla disintegrazione di tutto il mondo.
Nel 1896 Vasilij e si trasferisce con sua moglie a Monaco, in Germania, per intraprendere studi più approfonditi nel campo della pittura. In questa città entra in contatto con il clima secessionista, caratterizzata da forti spinte antiaccademiche e da un inarrestabile processo di rinnovamento dell’arte rispetto al concetto di imitazione della natura. Sono i primi fermenti di un rinnovamento artistico che avrebbe in seguito prodotto il fenomeno dell'espressionismo. Kandinskij partecipa attivamente a questo clima avanguardistico.
Nel 1901 fonda la prima associazione di artisti monacensi, cui dette il nome di "Phalanx". La sua attività pittorica lo porta in contatto con gli ambienti artistici europei, organizza mostre in Germania, ed espone a Parigi e Mosca.
Le opere da lui realizzate in questo periodo evidenziano una sintesi di suggestioni impressioniste e tecniche postimpressioniste, come il puntinismo del Cavaliere Azzurro del 1903.


Il cavaliere azzurro, 1903, olio su tela, 50x60, collezione privata, Zurigo.
E’ evidente l’accostamento delle opere di questo periodo a quelle di Monet. Predilige l’accostamento di colori che si mescolano per ricreare l’impressione. Successivamente passerà all’accostamento di colori puri, sempre influenzato dalla pittura francese, questa volta quella dei Fauves, ma anche di Cézanne e Gauguin. Nel 1908, dopo un breve passaggio a Berlino, la fedeltà al dato naturale si affievolisce sempre di più, fino ad ottenere risultati di grande intensità espressiva come le opere di Murnau.

Murnau – Veduta con ferrovia e castello”, 1909, olio su cartone, 36x49, Stadtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco.
Veduta con ferrovia è un dipinto di piccole dimensioni realizzato su cartone. Si tratta di un paesaggio drammatizzato dalla costruzione tutta soggettiva per macchie di colori fitte e contrastanti.
Nel 1909 fonda “l’Associazione degli artisti di Monaco”, il cui programma si basava sull’idea che l’artista è costantemente impegnato a raccogliere esperienze in un mondo interiore oltre a quelle provenienti dal mondo esterno.
In questa fase la sua arte è sempre più influenzata dall'espressionismo a cui lui fornisce contributi pittorici e critici. Ed è proprio partendo dall'espressionismo che negli anni dopo il 1910 avviene la sua svolta verso una pittura totalmente astratta: dipinse il suo Primo acquarello astratto.


Primo acquerello astratto, 1910, matita, acquerello e inchiostro di china su carta, 49,6x68,8, Centre Pompidou, Parigi.

La pittura ha per lui adesso una necessità interiore, senza vincoli spazio-temporali. La terza dimensione non è più la profondità ma lo spazio psichico. Il Primo acquarello astratto stabilisce definitivamente il predominio della visione interiore su quella ottica. La pittura è un processo creativo finalizzato alla rappresentazione del proprio stato interiore. Nell’arte di Kandinskij astrazione ed empatia coincidono.
Dopo alcuni contrasti con la NKVM, nel 1911 fonda, insieme all'amico pittore Franz Marc, l’Almanacco "Der Blaue Raiter" (Il Cavaliere Azzurro). Il nome, trovato per caso mentre erano seduti a un tavolino di un caffè, si ricollega al concetto medioevale del concetto della lotta tra il bene e il male, lo spirito che trionfa sulla materia, l’astratto sul figurativo.
Ritroviamo il tema del cavaliere in alcuni suoi quadri del periodo, tra cui Lirico del 1911.

Lirico, 1911,  Olio su tela, 94x130, Museo Boijmans van Beuningen, Rotterdam.

Inizia così il periodo più intenso e produttivo della sua vita artistica. Nel 1910 pubblica il testo fondamentale della sua concezione: "Lo spirituale nell'arte". Qui l'artista propone un paragone fra le varie arti e rileva nella musica una spinta fondamentale nel tentativo di andare oltre la rappresentazione, per approdare ad una dimensione più intima e disincarnata, quale appunto la musica è in grado di generare. Egli infatti scrive: "il più ricco insegnamento viene dalla musica. Salvo poche eccezioni, la musica è già da alcuni secoli l'arte che non usa i suoi mezzi per imitare i fenomeni naturali, ma per esprimere la vita psichica dell'artista e creare la vita dei suoni". A queste parole, non sarà insensibile un musicista visionario come Scrjabin...
Queste riflessioni convincono Kandinskij che la pittura deve essere sempre più simile alla musica e che i colori devono sempre più assimilarsi ai suoni. Solamente una pittura astratta, cioè non figurativa, dove le forme non hanno attinenza con alcunché di riconoscibile, liberata dalla dipendenza con l'oggetto fisico, può dare vita alla spiritualità. Un’opera è bella quando deriva da una necessità psichica interiore e che determina delle sensazioni nello spettatore attraverso l’uso “sonoro” dei colori.
I colori hanno un suono interiore, sono “un mezzo per influenzare direttamente l’anima. Il colore  è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima.
Oltre a Wagner, fondamentale fu nella vita di Kandinskij l’amicizia con il compositore Arnold Schonberg, con il quale condivideva l’interesse per le dissonanze dell’arte.
La pubblicazione dell’Almanacco fu un evento di importanza pari alle leggendarie esposizioni del Cavaliere Azzurro, con al suo interno considerevoli contributi tra cui un saggio di Schonberg sul rapporto tra musica e testo e il testo sui Beni spirituali di Franz Marc. L’almanacco vantava poi di un corredo illustrativo che spaziava dall’arte primitiva ai pittori del Blaue Reiter passando per El Greco, Picasso e Cézanne, fino ad arrivare ai disegni di bambini e malati psichici. Questi ultimi disegnano e dipingono con una spontaneità che negli adulti, scompare. In loro prevale una parte istintiva e irrazionale per cui si può intuire che cosa provano, si può percepire l’anima che attraverso i loro lavori si rivela.
Alcune delle opere di Kandinskij infatti (primo acquerello astratto, Dipinto con arco nero o Emozioni), ricordano il test delle macchie di Hermann Rorschach, il neuropsichiatra svizzero. Le macchie non suscitano sensazioni ricavate dall’esperienza, permettendo invece una grande varietà e spontaneità nella risposta. Anche la visione diventa un atto creativo. E’ celebre l’episodio vissuto dallo stesso artista che rimase affascinato da un proprio dipinto di cui non capiva il senso, per poi rendersi conto che era soltanto capovolto. Momento cruciale in cui si rende conto che l’artista/spettatore era stato colpito dalla forma pura.
Nel 1914, lo scoppio del primo conflitto mondiale, mise fine anche all’avventura del Cavaliere Azzurro. Lascia la Germania e rientra in Russia, mentre Marc morì in guerra. In pieno clima Pre rivoluzionario, nel 1916 realizza l’opera “Mosca”, testimonianza di un periodo di grande serenità, nonostante il difficile momento storico. Sente il profondo amore per la città natale, unito ad un senso di fiducia verso il futuro (coppia di innamorati al centro del dipinto circondata da un’aura magica). Questa sensazione di positività è trasmessa anche dai colori caldi, vivaci, come il rosso e il giallo uniti all’azzurro, colore celestiale per eccellenza.

Mosca I1916, 51,5x49,5, Galleria Tret'jakov, Mosca

La felicità del momento aumentò con l’incontro di Nina Andreevskij che sposò nel Febbraio del 1917.
Dopo la rivoluzione del 1917, viene chiamato a ricoprire importanti cariche pubbliche nel campo dell'arte. Crea l'Istituto per la Cultura Pittorica e fonda l'Accademia di Scienze Artistiche. Partecipa al clima avanguardistico russo che in quegli anni conosce importanti fermenti con la nascita del Suprematismo e del Costruttivismo. Tuttavia, avvertita l'imminente svolta normalizzatrice, che avrebbe di fatto tolto spazio alla ricerca delle avanguardie, nel 1921 ritorna in Germania e non farà più ritorno in Russia. Le opere realizzate durante il periodo russo non sono numerose, ma a volte di qualità superba, come lo straordinario acquerello intitolato Semplice del 1916.

Semplice, 1916, 22 x 28,5, Museé national d’Art moderne, Centre Pompidou, Parigi.

Dal silenzio primordiale dello sfondo bianco emergono tratti decisi, energici, accompagnati da poche macchie di colore scelte in una gamma cromatica semplice (quasi esclusivamente primari). L’arte è ricondotta alla sua essenza grafica e cromatica. Il tratto nero posto in diagonale, che unisce le due parti del dipinto, crea una situazione di tensione fra poli di notevole intensità. In quei pochi segni percepiamo “l’emozione dell’animo dell’artista… in grado di suscitare nell’animo di colui che la guarda un’emozione corrispondente”. Quei pochi tratti di acquerello influenzeranno movimenti come l’Informale e l’Action Painting.
Nel 1922 l’astrattismo viene messo al bando ed egli fu considerato dalla critica “un pessimo artigiano, ma anche “ un artista volgare e oltremodo mediocre”. Sempre nel 1922 viene chiamato da Walter Gropius ad insegnare al Bauhaus di Weimar. Questa scuola di arti applicate, fondata nel 1919 dall'architetto tedesco, svolge un ruolo fondamentale nel rinnovamento artistico europeo degli anni '20 e '30. Qui Kandinskij ha modo di svolgere la sua attività didattica con grande libertà e serenità, stimolato da un ambiente molto ricco di presenze qualificate. In questa scuola operarono in quegli anni i maggiori architetti, designer ed artisti provenienti da tutta Europa. Kandinskij lega in particolare con il pittore svizzero Paul Klee, il pittore russo Alexej Jawlensky e il pittore e fotografo americano Lyonel Feininger. Con essi fonda il gruppo "Die blaue Vier" (I quattro azzurri), che idealmente si lega al precedente gruppo del Cavaliere Azzurro.
In questa fase il suo astrattismo conosce una svolta molto decisa. Se nella prima fase i suoi quadri si componevano di figure molto informi mischiate senza alcun ordine geometrico, ora le sue tele assumono sistematicità e ordine attraverso forme geometriche(una naturale influenza, questa, delle concezioni artistiche della scuola Bauhaus).  Esempio è l’opera Composizione VIII, sfondo bianco primordiale sul quale campeggiano le figure geometriche di base.

Composizione VIII, 1923, olio su tela, 140x201 cm, Guggenheim, NY.


 Tutto il suo lavoro come docente e la sua ricerca teorica coinfluirono in un saggio del 1926 “Punto, linea, superficie”. Kandinskij definisce il punto come l’unico legame tra silenzio e parola, la linea come un insieme finito di punti che in una composizione pittorica potrà assumere forme infinite. L’obiettivo è quello di creare una sorta di grammatica della pittura astratta. Il periodo di trasferimento della Bauhaus a Dessau è considerato il periodo dei cerchi, che di ogni foggia e colore sono liberi di vagare su uno sfondo scuro e impenetrabile creando nuove tonalità di colore, nuove possibilità, nuovi mondi. Con queste opere (come “Alcuni Cerchi”), eleva a protagonista indiscusso il cerchio, forma elementare e perfetta allo stesso tempo. Il cerchio è un legame con il cosmico.
Sintesi perfetta di tutte le forme e i colori elaborati dall’artista fino a questo momento è anche “giallo, rosso, blu”.
Il periodo trascorso al Bauhaus finisce nel 1932 quando la scuola viene chiuso dal regime nazista. L'anno successivo Kandinskij si trasferisce in Francia. A Parigi visse in una situazione di grande isolamento, ignorato da mercanti e galleristi. Mostra una certa curiosità per i surrealisti, in modo particolare per le idee di Breton, Arp e Miro’. Anno importante fu il 1937, in cui le sue opere furono esposte in una mostra in cui era possibile osservare l’evoluzione dell’arte dall’impressionismo all’astrattismo. L’estate dello stesso anno fu allestita anche la famigerata “Mostra dell’arte degenerata” dove artisti come Picasso, Klee e Kandinskij furono additati come degenerati. Fuggito ormai troppe volte dalla guerra, non volle più lasciare la Francia, anche nei momenti drammatici dell’occupazione nazista. Muore nella residenza di Neuilly-sur-Seine il 13 dicembre 1944.
Di Emanuela Muccigrosso

Bibliografia:
Arte del 900’- 1900/1944, S. Gallo, G. Zucconi, Mondadori Università, 2002, Milano.
Kandisky, I classici dell’arte – Il Novecento, Rizzoli-Skira, Corriere della Sera, 2004, Milano.

Vasilij Kandinskij, Franz Marc, Il cavaliere azzurro, ed. SE, 1988.


Immagini prese da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
https://commons.wikimedia.org/wiki/Main_Page
https://rozmilla.wordpress.com/2013/05/18/passeggiare-in-un-mondo-sconosciuto-cosa-vuoi-di-piu/vassilij-kandinskij-semplice-1916/

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